È in vigore da circa un anno una legge che disciplina le unioni
civili, approvata in Italia dopo un'attesa di tanti anni, con grave
ritardo rispetto ad altri Paesi considerati civili, in un contesto di
pressioni, ingerenze esterne e compromessi. La legge presenta
parecchi limiti e talune discriminazioni, ma alla fine è stata
emanata e garantisce determinati diritti.
Ci sono, dunque, tutte quelle persone che hanno atteso a lungo che
quella legge fosse approvata. Alcuni di loro hanno deciso di
usufruire subito di quei diritti faticosamente (e parzialmente)
acquisiti. Altri magari decideranno di aspettare ancora. E,
considerato che il diritto implica anche libertà, c'è chi deciderà
di non usufruirne affatto.
Ma il diritto esiste, è concreto e attuale e tutti devono avere la
possibilità di goderne o meno. Non è certo un fondo che viene
stanziato nel bilancio dello Stato e deve essere utilizzato subito
altrimenti va "in economia".
Si tratta di ragionamenti forse scontati, ma, a quanto pare, non
chiari a tutti. A iniziare dal quotidiano "La Repubblica"
che, evidentemente a caccia di nuovi lettori, pochi giorni fa ha
deciso di fare i conti della serva, indicando quante coppie hanno
deciso di unirsi civilmente in un anno, per far uscire poi un
articolo con un titolo abbastanza imbarazzante "Flop delle
unioni civili". In pratica, numeri che presi in assoluto non
indicano nulla sono serviti per stabilire arbitrariamente che le
unioni civili sono state un flop, neanche stessimo parlando di
offerte al supermercato.
I diritti vengono, quindi, ridotti a mere cifre da offrire in pasto a
soggetti come Adinolfi o Salvini che, con la bava alla bocca, si
staranno fregando le mani e non vedranno l'ora di strumentalizzare
questa notizia per la loro campagna denigratoria e distruttiva.
Bisogna ricordare sempre che il leader leghista, qualora al Governo,
non si farà molti scrupoli ad abrogare tale legge, convinto che i
diritti garantiti a qualcuno possano danneggiare altri.
È vero che la libertà di stampa è un diritto costituzionale, ma a
volte usare il cervello quando si scrive non sarebbe male.
Nessun commento:
Posta un commento