Accade spesso che durante il sabato pomeriggio (e non solo) il
palinsesto televisivo sia invaso da insulse trasmissioni che, pur di
guadagnare una piccola fetta di ascolti, cercano di proporre servizi
di basso livello, ma in grado di attrarre la curiosità di chi
distrattamente e pigramente salta da un canale all'altro.
Fin quando si tratta di una pruriginosa analisi di retroscena della
vita privata di presunti VIP appena usciti da un reality, tra
tradimenti, matrimoni e gravidanze, si può anche chiudere un occhio
o entrambi, o pestare il telecomando per cambiare celermente canale.
Ma se si scende ancora più in basso, specialmente sulle reti RAI,
allora, forse, bisognerebbe iniziare a porsi qualche domanda sulle
modalità di utilizzo del nostro canone.
Andiamo al punto. Stamane la giornalista Flavia Perina ha attirato la
mia attenzione con una foto pubblicata sul suo profilo e per la
quale esprimeva profonda indignazione. Riguardava un servizio andato
in onda sabato scorso nel programma condotto da Paola Perego,
programma di cui ignoravo l'esistenza (e avrei preferito continuare a
farlo): si indagava sul fascino delle ragazze dell'est e sui motivi
che dovrebbero spingere un uomo a fidanzarsi con una di loro:
partorisce, ma poi torna subito in forma, non frigna, svolge bene i
lavori di casa, non indossa tute o pigiamoni, sopporta tradimenti.
Dunque, l'azienda che si occupa di gestire un servizio pubblico
sponsorizza ed esalta un presunto modello di femminilità secondo
un'ottica prettamente e vergognosamente maschilista, in cui la donna
ideale è quella da trattare come un oggetto di cui si può disporre
a piacimento, sottomessa e dedita solo al lavoro di casa. Tutto
questo, mentre tante altre donne sono scese o continuano a scendere
in piazza per manifestare, chiedere diritti e pari dignità,
difendersi da soprusi, contrastare la violenza dilagante.
Il colmo è che a fare tutto questo è un'azienda che, in altre
occasioni, ha mandato in onda programmi di denuncia contro il
femminicidio e la violenza sulle donne (mi vengono in mente "Amore
criminale" o varie fiction, come quella su Lucia Annibali). In
preda a una schizofrenia incontrollabile, autori e dirigenti
evidentemente non sanno più che pesci prendere.
La trasmissione della Perego è stata interrotta. Mi chiedo,
tuttavia, con quale credibilità da ora in poi, dopo questa squallida
figura, la RAI potrà trattare i delicati temi di cui sopra,
celebrare l'otto marzo, parlare di diritti. Nel precedente post ero
consapevole del fatto che la strada per la pari dignità fosse lunga,
ma non immaginavo così tanto!