Capita di provare rabbia sul posto di lavoro, di essere
particolarmente stressati, di prendersela con i colleghi,
specialmente se non collaborativi, di essere scontenti e nervosi nei
confronti dei capi, di ricevere seccature dall'esterno. D'altronde,
lo stress lavorativo non è un'invenzione recente.
Magari vi è il rischio di trascendere, di andare oltre il livello di
guardia. Certo, non capiterà a tutti, poiché ognuno avrà un
diverso modo di reagire, ma accade. Sicuramente, non è un bene per
la nostra salute, non è bello nei confronti degli altri, con i quali
vorremmo mostrarci sempre sereni, sorridenti, pacati. Ma, purtroppo,
la nostra condizione di esseri umani può portarci anche a questo.
E, di certo, la gogna mediatica non è la punizione migliore.
Fatte queste premesse, non ho davvero intenzione di avventurarmi
nella polemica sulle frasi pronunciate da Flavio Insinna, che avrà
certamente sbagliato, ma rimane per me un professionista di buon
livello. Una polemica che, comunque, continua a imperversare,
considerato che diversi utenti social amano introdursi con ardore e
insistenza in qualunque discussione, per ambire alla laurea in
Tuttologia.
Invece, vorrei innescare una piccola polemica su programmi come
Striscia la notizia o le Iene che, a volte, pur di ottenere scoop
clamorosi, non esitano a svergognare chiunque, magari prendendosi
rivincite personali e utilizzando mezzi poco ortodossi (chi ha
spedito il fuori onda a un'azienda concorrente, come ha giustamente
sottolineato Selvaggia Lucarelli?). In alcuni casi, sono state
svelate alcune truffe, ma in altre situazioni, certi servizi
esaltanti non solo hanno creato inutili polemiche, ma hanno procurato
anche danni: mi viene in mente il servizio delle Iene sul caso Unar,
un chiaro esempio di informazione distorta. Come sempre, c'è chi,
pur di ottenere clamore mediatico, calpesta la dignità delle
persone.
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