mercoledì 12 aprile 2017

Le torture in Cecenia e la Storia che si ripete

Spesso mi sono chiesto che cosa spinga tante persone ad assumere atteggiamenti discriminatori e intolleranti verso coloro che sono ritenuti "diversi". Tante le risposte che mi sono venute in mente e che si adattano a varie tipologie di persone: ignoranza, ottusità, pregiudizi derivanti da condizionamenti religiosi. E tutto questo è accompagnato in diversi casi, più che dalla semplice "paura del diverso", da una ferrea convinzione di trovarsi in una posizione di superiorità nei confronti di coloro che non rispondono a presunti canoni di perfezione, una posizione da difendere a tutti i costi contro ogni attacco esterno, contro ogni possibile contaminazione. A quel punto discriminazione e intolleranza finiscono per sfociare nell'annientamento della dignità umana.
Nel corso della Storia abbiamo avuto diversi esempi di persone convinte di tale superiorità. Nel tentativo di difendere la purezza della propria razza, non hanno esitato ad annientare chiunque venisse bollato come diverso: ebrei, zingari, omosessuali. E la Storia sembra tristemente ripetersi.
In Cecenia sono in corso da diverso tempo numerosi arresti, che hanno coinvolto centinaia di persone la cui colpa è quella di avere un orientamento sessuale non tradizionale e che, dunque, non si adattano al canone di riferimento di cui sopra.


Il portavoce del leader ceceno, Ramzan Kadyrov, smentisce tali notizie, che parlano di torture e violenze ai danni delle persone arrestate. Questo tentativo di smentita (contraddetto dalle numerose testimonianze) per assurdo, fa quasi più paura della notizia in sé, tanto è sconvolgente la naturalezza con cui il Presidente Kadyrov svela la condizione degli omosessuali in Cecenia e la diffusa omofobia: gli omosessuali in pratica non esistono in tale Paese, perché se ci fossero, i loro parenti li manderebbero via in luoghi da cui non si può far ritorno. In altre parole, devono nascondersi continuamente, perché altrimenti verrebbero esiliati oppure arrestati e torturati, come sta accadendo in questi giorni.
Può forse stupirci una situazione del genere? Il leader ceceno è noto per il suo governo dittatoriale, per la violazione dei più elementari diritti civili, per il suo esercito privato che continua a commettere assassinii, stupri, rapimenti e torture. Ha, ovviamente, l'appoggio di Putin, famoso per la sua campagna omofoba e per la legge volta a vietare qualsiasi propaganda in favore dei diritti degli omosessuali.
Organizzazioni come Amnesty International, nel frattempo, si stanno muovendo tramite appelli, nella speranza che questo ennesimo brutale attacco ai diritti umani possa essere fermato.
Intanto, in Italia c'è chi continua a sostenere Putin, considerato come un potente e lungimirante leader, e magari starà affermando in queste ore che tutto ciò che sta accadendo in Cecenia è una bufala. Perché spesso anche l'evidenza viene negata.
Proprio ieri, ricorreva l'anniversario della morte dello scrittore Primo Levi che affermava "Perché la memoria del male non riesce a cambiare l'umanità? A che serve la memoria?". Parole che dovrebbero farci riflettere.



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