In poche settimane, tre sanguinosi attacchi terroristici cui abbiamo
assistito impotenti: Londra, San Pietroburgo, Stoccolma, che si vanno
ad aggiungere a Istanbul, Berlino, Nizza e tante altre. L'altro ieri,
eravamo tutti sinceramente speranzosi di avere un po' di pace, ma la
Domenica delle Palme è stata lo stesso insanguinata dalla strage
avvenuta nelle due chiese copte in Egitto. Tutto ciò, accompagnato
da quanto sta avvenendo in Siria.
Questo catastrofico quadro non può non indurci a pensare che
l'intera umanità sia ormai sotto scacco, preda di una diffusa
fanatica follia. I folli fanatici sono certamente quei terroristi
che, in nome dei loro presunti ideali religiosi e di una ventilata
salvezza eterna, sembrano a tutti i costi voler annientare l'infedele
Occidente, in quello che ormai è stato definito un "terrorismo
improvvisato", non più basato su progetti definiti, ma
affidato al caso, all'insano gesto del singolo.
Eppure, i folli non sono solo loro. Ammetto di provare una certa
invidia nei confronti di coloro che hanno ben chiare in mente le
strategie internazionali e i retroscena politici, anche meglio dei
servizi segreti. Io percepisco soltanto questo: che i diritti umani
vengono continuamente calpestati, come l'erba in una lotta tra
elefanti (parafrasando un proverbio africano), dagli spregiudicati
interessi politici ed economici, che non hanno alcun riguardo per le
emergenze umanitarie.
Il più folle di tutti, a prescindere da qualunque strategia sia
celata dietro i suoi gesti, se ne sta seduto nel suo resort
americano, mentre impassibile osserva i suoi missili partire, diretti
verso i loro obiettivi, pronti a colpire e sterminare il nemico.
Anche se ciò potrebbe significare distruggere ospedali, uccidere
civili, seminare altre vittime.
Nel frattempo in Italia, ci scanniamo l'uno con l'altro sui social
rimproverandoci di aver esposto la bandiera di un Paese invece che di
un altro. Mentre certi nostri politici continuano a dare il peggio di
sè. Come acutamente sottolineato da Michele Serra, lo sciacallo (non
voglio nemmeno nominarlo) si starà chiedendo con chi potrà farsi i
selfie per non offendere nessuno dei due attuali litiganti, a
capo delle principali potenze mondiali. Salvo, poi, risvegliarsi dal
suo sogno trumpiano e commentare la scelta di attaccare la Siria come
inopportuna perché poi "verranno tutti da noi" .
Certamente, tale soggetto non viene sfiorato minimamente dalla
preoccupazione che tante persone in quei luoghi possano rischiare di
essere uccisi. Anche perché secondo lui, insieme ad altri
giornalisti e blogger, la faccenda dei gas chimici è tutta una
bufala. Ecco, di fronte a queste esternazioni non posso che
condividere quanto affermato dal titolare di un famoso sito
antibufale "butac.it": "qualsiasi sia la vostra
fede politica al momento l’unica cosa sensata è avere rispetto per
chi è morto nell’ennesima guerra che fa vittime quasi ed
esclusivamente tra i civili. Magari fermarsi un minuto, riflettere ed
evitare di commentare con la schiuma alla bocca".
Ovviamente, è vero che la democrazia non si esporta con le armi e
che le guerre passate dovrebbero avercelo dimostrato, ma è alquanto
singolare che queste parole vengano pronunciate anche dal capo di un
partito che faceva parte della maggioranza di governo negli anni
(soprattutto dal 2009) in cui è aumentata, con il beneplacito del
Parlamento, la vendita di armi nei Paesi con conflitti armati in
corso, soprattutto in Medio Oriente e nel Nordafrica. Purtroppo, la
capacità di riflettere prima di parlare è una dote di non ampissima
diffusione.
Nessun commento:
Posta un commento