"Si nasce sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in
modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio
oroscopo" (Umberto Eco)
Umberto Eco, grande scrittore e filosofo scomparso da circa un anno,
è una continua fonte di ispirazione, grazie alla sua particolare
capacità di indagare i numerosi campi del sapere.
E così il suo pensiero sugli oroscopi mi consente di parlare di un
tema che ha attirato la mia attenzione nei primi giorni di questo
2017.
Sappiamo, purtroppo, che il recente Capodanno è stato funestato
dalla strage di Istanbul, in cui un folle attentatore ha fatto fuoco
in un locale della capitale turca, uccidendo 39 persone e ferendone
almeno una settantina. L'ennesimo attentato rivendicato dall'Isis che
mostra sempre più la follia di chi arma ragazzi sbandati promettendo
loro la salvezza eterna in cambio dell'uccisione degli infedeli.
In quell'occasione, la RAI decise di non mandare in onda l'oroscopo
di Paolo Fox, dedicato alle previsioni annuali. Una decisione assunta
nel rispetto delle vittime dell'attentato, ma che ha destato numerose
proteste tra i telespettatori, irritati per tale scelta di
palinsesto.
Non mi esprimo sulla correttezza della decisione della RAI (basata
comunque sul buon senso), ma ammetto che la protesta dei
telespettatori inizialmente mi ha innervosito, denotando una certa
insensibilità di molte persone di fronte ad una assurda tragedia in
cui erano stati anche coinvolti tre italiani, per fortuna illesi.
Poi, però, questa reazione mi ha fatto riflettere. Nel 2017 ancora
tante persone continuano ad affidarsi all'astrologia, al punto da
arrabbiarsi se per caso l'oroscopo preferito viene meno.
L'astrologia, questo complesso di tradizioni e credenze basate
sull'assunto che le posizioni e i movimenti dei corpi celesti
rispetto alla Terra (in una visione geocentrica) possano influire
sugli eventi umani, ha certamente origini molto lontane. Molte
civiltà antiche hanno mostrato, infatti, grande attenzione
all'osservazione dei fenomeni celesti (Babilonesi, Indiani, Cinesi)
elaborando teorie e studi poi ereditati dalla nostra cultura
occidentale.
Tuttavia, oggi quella che allora era considerata la "regina
delle scienze", viene giustamente trattata dal mondo scientifico
come una pseudoscienza o scienza patologica, ovvero priva di alcun
fondamento. E credo che questa conclusione sia ormai di dominio
pubblico, anche al di fuori del mondo scientifico.
Nonostante ciò, gli oroscopi continuano ad avere successo,
soprattutto nella loro accezione da rotocalco, quella pubblicazione
di predizioni generiche sul destino delle singole persone, in base al
proprio segno zodiacale di nascita, su quotidiani e riviste che molti
si accaniscono a leggere. E gli astrologi sono diventate vere e
proprie star, molto ricercate dai salotti televisivi (e
profumatamente pagate).
Sicuramente, la genericità è ciò che mi ha colpito particolarmente
ascoltando per caso Paolo Fox domenica scorsa: predizioni talmente
onnicomprensive, generali e facilmente adattabili, che prima o poi
dovranno avverarsi per qualcuno.
Umberto Eco, invece, prende una direzione completamente diversa e a
me molto congeniale. Ovvero, parte dal presupposto che il nostro
oroscopo, qualunque esso sia, deve considerarsi sbagliato, ovvero il
nostro futuro, se ci lasciamo andare al caso, potrebbe quasi
certamente non soddisfarci. Allora, è necessario, per vivere meglio,
agire e correggere, per quanto possibile il nostro oroscopo,
lasciando da parte gli astrologi. Certo, come dicevo nel post
precedente, gli eventi imprevisti che il destino ci riserverà
potrebbero non essere favorevoli, ma il nostro impegno, in qualche
modo, potrebbe aiutarci a vivere meglio giorno dopo giorno.
(Inizialmente
pubblicato in data 16 gennaio 2017)
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