lunedì 20 marzo 2017

Trasmissioni inopportune e messaggi fuori luogo

Accade spesso che durante il sabato pomeriggio (e non solo) il palinsesto televisivo sia invaso da insulse trasmissioni che, pur di guadagnare una piccola fetta di ascolti, cercano di proporre servizi di basso livello, ma in grado di attrarre la curiosità di chi distrattamente e pigramente salta da un canale all'altro.
Fin quando si tratta di una pruriginosa analisi di retroscena della vita privata di presunti VIP appena usciti da un reality, tra tradimenti, matrimoni e gravidanze, si può anche chiudere un occhio o entrambi, o pestare il telecomando per cambiare celermente canale. Ma se si scende ancora più in basso, specialmente sulle reti RAI, allora, forse, bisognerebbe iniziare a porsi qualche domanda sulle modalità di utilizzo del nostro canone.
Andiamo al punto. Stamane la giornalista Flavia Perina ha attirato la mia attenzione con una foto pubblicata sul suo profilo e per la quale esprimeva profonda indignazione. Riguardava un servizio andato in onda sabato scorso nel programma condotto da Paola Perego, programma di cui ignoravo l'esistenza (e avrei preferito continuare a farlo): si indagava sul fascino delle ragazze dell'est e sui motivi che dovrebbero spingere un uomo a fidanzarsi con una di loro: partorisce, ma poi torna subito in forma, non frigna, svolge bene i lavori di casa, non indossa tute o pigiamoni, sopporta tradimenti.

Dunque, l'azienda che si occupa di gestire un servizio pubblico sponsorizza ed esalta un presunto modello di femminilità secondo un'ottica prettamente e vergognosamente maschilista, in cui la donna ideale è quella da trattare come un oggetto di cui si può disporre a piacimento, sottomessa e dedita solo al lavoro di casa. Tutto questo, mentre tante altre donne sono scese o continuano a scendere in piazza per manifestare, chiedere diritti e pari dignità, difendersi da soprusi, contrastare la violenza dilagante.
Il colmo è che a fare tutto questo è un'azienda che, in altre occasioni, ha mandato in onda programmi di denuncia contro il femminicidio e la violenza sulle donne (mi vengono in mente "Amore criminale" o varie fiction, come quella su Lucia Annibali). In preda a una schizofrenia incontrollabile, autori e dirigenti evidentemente non sanno più che pesci prendere.
La trasmissione della Perego è stata interrotta. Mi chiedo, tuttavia, con quale credibilità da ora in poi, dopo questa squallida figura, la RAI potrà trattare i delicati temi di cui sopra, celebrare l'otto marzo, parlare di diritti. Nel precedente post ero consapevole del fatto che la strada per la pari dignità fosse lunga, ma non immaginavo così tanto!


Nessun commento:

Posta un commento